Pinterest vola a 2,5 miliardi. Bolla o realtà? [Guest post]

Posted on febbraio 26, 2013 di

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Questo che segue è il primo guest post sul nostro blog. L’autore è Pierluigi Casolari – Digital Analyst and Visionary, founder di  startupmarketing.it e koinup.com nonché del gruppo LinkedIn Pinterest Marketing. Best Practices – già ospite di Pinterestitaly in un’intervista di qualche mese fa. Abbiamo chiesto a Pier di darci il suo punto di vista sulle news finanziarie che hanno riguardato Pinterest in questi ultimi giorni. Buona lettura!

Pierluigi_casolari

Siamo al quinto round di finanziamento per Pinterest. Un investimento importante di 200M$ basato su una valutazione di Pinterest a 2,5B$. Cifra da capogiro. Ne è passato di tempo e di denaro  dal primo angel funding di 500K$ fatto nel gennaio del 2010, più sulla fiducia nei fondatori che non nel progetto.

È noto infatti che gli angels non conoscevano neppure Pinterest – e l’investimento doveva servire per lanciare Tote, l’app primigenia dalle cui ceneri nacque PinterestTote era una specie di comparatore/aggregatore di negozi e oggetti da acquistare direttamente con lo Smartphone.

Un passo falso che però diede a Silbermann l’idea di Pinterest ovvero di un sito dove – ormai è chiaro – anche dalle sue dichiarazioni recentissime – gli utenti avessero avuto la possibilità di scoprire contenuti interessanti.  E proprio dalle ultimissime dichiarazioni si capisce che la content curation è dunque solo un mezzo per un fine più grandequello di essere un  motore di ricerca di contenuti.

Una versione 2.0 di Google Images, dove gli utenti possono appuntarsi i contenuti interessanti, scoprendoli attraverso un meccanismo di newsfeed, simile a Twitter. Questa la dichiarazione del buon Silbermann il giorno del round: “Our focus is on helping millions of people discover things they love and get inspiration to go do those things in their life. This investment gives us more resources to help realize that vision”

Si tratta di una vision importante che sottolinea come Pinterest sia un luogo di scoperta – prima ancora che di condivisione. Sebbene niente scoperta, senza condivisione. Ma questa è un’altra storia (che ho trattato qui).

Del resto solo una visione così importante giustificherebbe questo quinto round – che arriva dopo il seed di 500K e altri 3 – rispettivamente di 10M$, 27M$, 100M$ (fonte).

Nel frattempo Pinterest si è ingrandito – ha spostato il suo headquartier, ha cominciato l’espansione internazionale, ha lanciato le apps. Ha ampliato il personale a 100 unità. Curiosamente – ma è questo quello che andrebbe spiegato prima di tutto – la sua crescita in termini di utenti non sembra essersi modificata in maniera significativa negli ultimi 12 mesi. Basta dare un’occhiata al grafico in plateau su Alexa.com.

Pinterest_pier

Sembra quasi che nonostante tutto Pinterest non abbia attraversato il chiasmo (fonte) – ovvero il passaggio da un pubblico di early adopters e innovators alla massa.  – Qual è il pubblico di Pinterest? Probabilmente sono una categoria eterogenea di early adopters attratti più dall’idea che dall’effettiva utilità di Pinterest come strumento “per trovare contenuti rilevanti”

Del resto se il cuore dell’esperienza che dovrebbe rendere Pinterest di massa è la scoperta di contenuti, di strada ne ha ancora molta da fare. Attualmente la scoperta su Pinterest passa attraverso la sua versione elementare di Newsfeed (interna a Pinterest) e di Open Graph (condivisione dei pins automatizzata su Facebook).

Eppure come dimostra il recente ingresso di Facebook nel searchuna strategia di discovery & serendipity non può veramente essere disgiunta da una strategia di ricerca – anche perché gli utenti che incappano in qualcosa per caso vogliono poi avere la possibilità di approfondire l’argomento tramite una ricerca. Su tutto questo Pinterest tace, il suo motore di ricerca è attualmente imbarazzante, così la ricerca per tags, o la ricerca per directories (categorie e populars).

Per non parlare del fatto che la possibilità di crescere di Pinterest come luogo di scoperta è direttamente proporzionale alla quantità di persone che lo usano come strumento per condividere. E questa categorie di utilizzatori, sono interessati a cose differenti rispetto ai primi.

E per tutti questi utenti (bloggers, fashionistas, early adopters, designers, etc) Pinterest rappresenta un ulteriore strumento che si aggiunge all’infinità di quelli esistenti. Come riuscirà a ingaggiarli sul lungo termine – quando la novità sarà finita? Come farà a entrare nelle routine di queste persone? Probabilmente dovrà dare sempre più strumenti di condivisione se non addirittura di creazione dei contenuti.

A questo si aggiungono ulteriori incertezze. Come risulta da recenti ricerche, la fascia più attiva di Pinterest sono le donne sopra i 30, una fascia che non è esattamente sinonimo di opinion leader e che non rappresenta un driver forte di crescita per le piattaforme web. Si guardi invece chi sono stati gli early adopters di un prodotto come Twitter,  e ci si accorgerà delle differenze. E delle differenti possibilità di crescere.

Anche Tumblr che non accenna a diminuire la crescita sembra alimentato da un pubblico giovane, avido, curioso che spinge in avanti la piattaforma. Così è stato anche per Instagram, così è stato per Facebook (gli universitari, vi ricordate). Tutte le piattaforme sociali sono cresciute grazie alla fascia dei giovani per i quali l’elemento networking è virale, nonché vitale e si mescola spesso al dating.

Il pubblico di Pinterest sembra provenire da un’altra galassia. È vero che il cuore di Pinterest sono i contenuti. Ma non ci si può limitare a quelli? Pinterest non è ancora Google Images.

Ma il nodo più grande è il fantomatico modello di business. Per qualche tempo nel 2011 Pinterest ha testato un po’ di affiliazione , dopodiché non ho più avuto nessuna velleità di monetizzare. Però ora con il quinto round di finanziamento, non si potrà rimandare ancora di molto. Da sempre si parla dell’impatto di Pinterest sulle vendite degli ecommerce. E tuttavia da qui ad avere un modello economico sostenibile il passo è molto lungo, e per ora non è per nulla chiaro se Pinterest sarà in grado di generare volumi d’affari tali da giustificare la valutazione a 2,5B$.

Non ci resta che aspettare. Buon pin a tutti.

Pierluigi Casolari

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